VECCHI POST


mercoledì 30 marzo 2011

Ieri, 29 marzo 2011

è entrato nella vita della famiglia Momma&Bobbo questo marchingegno.







L'ha acquistato la FigliaGrande con il suo stipendio, probabilmente in vista della fatidica Prova Costume.

Per due serate ho visto due post adolescenti  fare strane movenze  scendendo e salendo  come ossesse dalla pedana,  agitando vorticosamente i fianchi , pedalando a vuoto cercando di far muovere strani pupazzetti sullo schermo della mia televisione.

Non so quanto l'aggeggio sia costato.
Quello che so è che l' ammennicolo ha ampiamente ripagato il suo prezzo stasera, quando sulla suddetta pedana c'è salito IL BOBBO.



Ora è là che, invece di spippolare sul telecomando cercando il quotidiano western davanti al quale addormentarsi
come un pupo, agita le braccia come un piccione cercando di centrare bersagli virtuali in mezzo al mare.





lunedì 28 marzo 2011

E che vi

devo dire... ogni poco ce n'è una nova.
Quest'anno vanno di moda le raccolte di stickers.




Ogni bambino, maschio o femmina che sia, ha il suo albummino pieno zeppo di gattini, coniglietti, orsacchiottini, cagnolini, casine, nuvolette di ogni forma e misura, l'importante è che siano
più pisseri e glitterati   possibile.

Li tirano fuori a ricreazione, li guardano, se li regalano (salvo poi rivolerli in lacrime due minuti dopo), se li litigano, se li fregano allegramente l'un l'altro.



E poi ne regalano alla maestra, la quale deve pure mostrarsi grata quando gliele appiccicano sulla maglietta.

Oggi sono tornata a casa con tre hellokitty tutte sbrilluccicose.



E' m'è toccato pure ringraziare.

domenica 27 marzo 2011

Erano i primi

che mi annunciavano la primavera.

Mi ricordano le vacanze  di Pasqua di tanti anni fa:

quel campo era il primo posto dove andavo appena arrivata,

e andavo a vedere i fiori del melo selvatico.


Il primo giorno delle vacanze di Pasqua.


Era così che arrivava la primavera, per me.

La gioia di essere sola, in quel posto, e
da sola  godermi i primi giorni delle vacanze di primavera.

Primavera che era preludio dell'estate.


L'ESTATE.

L' estate che erano QUELLE  estati.

QUELLE ESTATI.

Quelle estati che non riuscirò mai a raccontare.



sabato 26 marzo 2011

Ma perché

accidenti, ma perchè non appena pensi 
"Ovvìa, ho finito tutte le faccende, ora tendo l'ultimo bucato  e  vado un po' a godermi il meritato riposo, a leggere, oppure a sistemare le mie piantine nell'orto sul balcone",

vai in  bagno e ti accorgi che la lavatrice ha appena vomitato saponata per tutto il bagno?

Eh? Ma perché?

PERCHE'?





PERCHE'?

Facciamo il punto della situazione:

a me questa piattaforma per i blog piace un sacco: permette di fare tante cose, mi piace la grafica, è intuitiva. Il problema è che probabilmente intuitiva lo sono poco io.
Devo ancora capirla.

Per esempio. nonostante l'aiuto della mia amica Anna non riesco ancora a rispondere ai commenti. Eppure sugli altri blog di Blogger ci riesco!
Mi riprometto di studiarla a fondo quest'estate quando avrò più tempo. Per ora mi limito a copincollare i post che scrivo di là.
Poi sto copincollando anche i vecchi post scritti in tre anni di Splinder. Un'impresa titanica, ma un po' alla volta non è detto che non ci riesca.

Una delle

conseguenze delle guerre in diretta tivù che ogni tanto siamo costretti a sorbirci è la 

 Riesumazione Del Generale.

Ogni trasmissione che si rispetti ha il suo. Qualcuna anche più di uno a dir la verità.

Probabilmente in tempo di pace li tengono in sacchetti sottovuoto, con i loro bei baffoni a manubrio accuratamente avvolti in fogli di carta velina, con la naftalina che sennò gli s'intarmano.

Ora invece  siedono tutti impettiti nelle poltroncine degli studi televisivi godendosi il loro momento di gloria, con il vestito nuovo,  la cravatta regimental d'ordinanza e l'occhietto lucido e vispo come se a colazione avessero mangiato pane e cialis.

E fanno gli esperti di Alta Strategia Militare.

Sotto ad ognuno scorre la  scritta con nome- grado-numero di matricola:

...Generale Di Corpo D'armata XX  Dei Palombari A Cavallo della Valdaosta...

...SubMaresciallo YY Comandante della Terza Divisione Degli Alpini di Trapani...

...Generale  Dietro La Collina Ci Sta La Notte Crucca E Assassina  Comandante In Capo Dei Pelatori Di Patate Dell'Esercito Italiano...
Ma checcavolo... o noi le un s'eran perse tutte le guerre?!?

...Feldcolonnello ZZ dei Centurioni Appiedati Della Divisione Che Con Giulio Cesare Conquistò Le Gallie...
Ecco, giusto quelle l'Italia ha vinto.

E allora cacchio fanno gli  esperti  questi?



Marco Marilungo
"Generale"
70x50cm
1997
olio su tavola
da qui


Ma vaìa vaìa, rimetteteli  in formalina che è meglio!

giovedì 24 marzo 2011

E allora visto che oggi

ho avuto in regalo un'altro pomeriggio di LIBERTA' assoluta grazie alla terza riunione settimanale che è stata miracolosamente rimandata,
ho fatto le faccende di casa...

 

mi sono dedicata al giardinaggio...



e poi ho sognato un po' ...
qui:




mercoledì 23 marzo 2011

Oggi quando

sono uscita da scuola ho sentito la primavera.
Cielo azzurro, sole e, fra una ventata e l'altra, un calduccino che metteva  voglia di levarsi il cappotto.

E allora, invece di tornare a casa per dedicare l'unico pomeriggio libero della settimana ad una necessaria rassettata alla casa, sono andata a farmi una seduta di shopping selvaggio.
Sono andata qui


qui


e qui
Crisidinervi di primavera.

lunedì 21 marzo 2011

Alla maniera dell'Artusi

Le frittelle di riso


Ricetta n°2

«Queste sono più semplici delle descritte al numero precedente e riescono anch'esse buone e leggiere. Cuocete molto, o meglio moltissimo, in mezzo litro circa di latte, grammi 100 di riso dandogli sapore e grazia con burro quanto una noce, poco sale, un cucchiaino scarso di zucchero e l'odore della scorza di limone. Diaccio che sia aggiungete una cucchiaiata di rhum, tre rossi d'uovo e grammi 50 di farina. Mescolate bene e lasciate riposare il composto per diverse ore. Allorché sarete per friggerlo montate le chiare quanto più potete, aggiungetele mescolando adagio e gettatelo in padella a cucchiaiate. Spolverizzatele al solito di zucchero a velo e servitele calde.»


 da:Pellegrino Artusi "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene"



Era tanto tempo che non le facevo.

Sono venute buone. La forma lasciava un po' a desiderare, perchè sono venute schiacciate, invece che a pallina, ma le ho fritte in poco olio...

domenica 20 marzo 2011

E' stata

una delle prime persone che ho conosciuto da quando ho aperto questo blog.
E' la "mamma" del mio Pulcicorno, di quello che mi ha accompagnato a Parigi e che anche ora viene sempre con me, in  un angolino della mia borsa.



Anna è un vero vulcano  di idee che poi  mette in pratica sperimentando tante tecniche diverse.



Sa fare delle cose splendide le potete vedere nel suo blog:


http://scarabocchiochescarabocchia.blogspot.com/



Ma Anna è soprattutto la  bella persona che sono contenta di avere incontrato, anche se solo virtualmente.
Ieri mi è arrivato un pacchettino:









Photobucket



Lo apro e...




Grazie Anna!

Hai proprio ragione:




"una delle poche cose belle della vita è che gli amici, anche se solo virtuali te li puoi scegliere"

giovedì 17 marzo 2011

Ci ho pensato tanto

non sapevo se farlo o no.

Ero molto combattuta. Fuori dalla mia finestra ha sventolato solo la bandiera della pace, e c'è stata finchè non è caduta da sola a brandelli...

E vabbè, poi qualche volta ha "garrito al vento" pure  il  "Labaro Viola".

E basta.

Ma poi l'ho fatto.



E l'ho fatto perché l'Italia è il più bel paese del mondo.



Perchè Firenze ne é stata  la capitale (e per fortuna solo
per cinque anni).

Perché l'unità d'Italia è figlia anche della RESISTENZA.

Perché l'Italia è la culla dell'arte, della letteratura, della cultura.

Perché in fondo sono orgogliosa di essere italiana.



Perché l'Italia NON E' la classe dirigente di merda che la governa.



E allora ieri pomeriggio ho preso la bandierina biancarossevverde, l'ho appesa  e ora sventola fuori dalla mia finestra.



E allora

VIVA L'ITALIA E VIVA LA COSTITUZIONE ITALIANA.






mercoledì 16 marzo 2011

Cambiare casa

Ho voglia di cambiare casa.

Ho voglia di tornare a Firenze centro.
Mi accontenterei di poco: magari  un  loftino su due piani...






Un attichetto vista Cupolone...




naturalmente con terrazza, sennò dove lo faccio l'orto di guerra?






Ma piccolo piccolo eh, non chiedo molto!

Non chiedo molto vero? eh? EH?

Vabbè, sognare non costa niente.
Intanto ho trovato un posticino dove tornare davvero.
Per ora lo sto arredando ma soprattutto sto cercando di capirci qualcosa.

E' che nello scorso fine settimana l'amato odiato SPLINDER mi ha fatto prendere un bello spaghetto.
Ho avuto paura  di perdere tutto il diario delle mie Crisidinervi e mi sarebbe veramente dispiaciuto.
Per ora resto anche lì, perché è impossibile trasportare di qua  tutti gli 829 (ottocentoventinove!) post scritti dal novembre 2007 fino ad oggi.

Terrò due piedi in due staffe, scriverò di qua e di là, per ora.
Poi vedremo.

martedì 15 marzo 2011

nessuno nasce imparato


e io sto imparando!

Per ora sto di casa qui:

domenica 13 marzo 2011

C'è chi

farà  feste, chi s'imbriacherà, chi andrà in pelleginaggio a farsi benedire le penne biro e chi, come usa qui da noi, andrà a... salare il mare.



Anche Scrawl sarà una fra i tanti studenti che domani a Viareggio, sfidando la pioggia e il freddo andrà sulla spiaggia, scriverà sul bagnasciuga  il voto che pensa di prendere alla maturità aumentato di 10 punti, aspetterà che il mare se lo porti via e poi, spalle al mare, lancerà del sale nell'acqua.



Tutto questo perchè giusto domani mancheranno 100 giorni all'esame di maturità.



sabato 12 marzo 2011

Jishin





Quella calma «disumana»

del popolo dei manga

le reazioni della popolazione al dramma




File davanti a un negozio dopo il terremoto (Reuters)

File davanti a un negozio dopo il terremoto (Reuters)
Cronaca di una reazione annunciata. Di fronte a immagini catastrofiche che sembrano uscire dal capolavoro d'animazione di Hayao Miyazaki, Nausicaä della Valle del Vento, non è facile capire come sia possibile non farsi prendere dal panico, non lasciarsi andare alla disperazione più totale, non sentirsi completamente persi. La risposta è semplice: essere preparati. Una preparazione che ovviamente è innanzi tutto di tipo concreto. Per i giapponesi ogni cosa deve essere programmata alla perfezione. Così scuole, uffici, stazioni, ospedali: tutti i luoghi pubblici hanno dei piani di evacuazione ben collaudati che vengono testati periodicamente.

Ogni anno, ad esempio, nell'università in cui insegno - Waseda - si svolgono le «prove generali» di un'evacuazione. Gli altoparlanti ci avvisano che dobbiamo lasciare l'edificio e così, docenti e studenti insieme, scendiamo tutti in fila le scale fino al piano terra per poi incamminarci con calma fino al punto di ritrovo prestabilito. Una «camminata» di un paio di chilometri molto importante per imparare a conoscere il tragitto che si deve percorrere in caso di emergenza. Usando sempre la metropolitana o altri mezzi pubblici, infatti, non è sempre detto che lo si sappia raggiungere anche a piedi.

 




(Ansa)

(Ansa)
Anche gli inquilini di qualsiasi abitazione privata sanno bene cosa fare durante il sisma e nei momenti immediatamente successivi. Nascondersi sotto il tavolo, se possibile scappare in bagno (l'ambiente di solito più resistente della casa in quanto compatto), ripararsi la testa con la prima cosa rigida a portata di mano, spegnere subito i fornelli e mettersi le scarpe se scalzi (ci si potrebbe tagliare con i vetri). Importante poi è fare in modo che la porta d'ingresso resti bene aperta perché, se una successiva scossa di assestamento dovesse bloccarla, sarebbe poi difficile scappare. Banalità? Provate a trovarvi sotto un soffitto pronto a crollare senza sapere che fare...



Una volta che la situazione è sotto controllo, si inforca lo zainetto delle emergenze (che si tiene sempre pronto), ci si infila l'elmetto e ci si dirige verso il punto di aggregazione prestabilito in attesa di ulteriori istruzioni. La preparazione psicologica, però, è quella che gioca il ruolo più importante, quella che forse caratterizza principalmente il popolo giapponese. Vivendo in questa parte del mondo, volenti o nolenti, ci si abitua presto a esorcizzare lo jishin (il grande terremoto) anche attraverso battute di spirito, un modo tutto sommato efficace per imparare a familiarizzare con il proprio destino, per diventare fatalisti.

 




Attese in stazione (Ansa)

Attese in stazione (Ansa)
Non deve stupire, perciò, la calma mostrata in Giappone di fronte al disastro. Il controllo delle emozioni è un tipo di esercizio psicofisico a cui i giapponesi vengono abituati sin da piccoli. Mostrare in pubblico eccessi di tristezza, ma anche di gioia, viene considerato come un segno di debolezza imbarazzante. Chiunque abbia visto un incontro di sumo, ad esempio, sa bene che né al lottatore vincitore né a quello perdente, viene concesso un sorriso o un'espressione di tristezza. Ma anche capolavori della letteratura come La pioggia nera, di Masuji Ibuse, rendono l'idea: resoconto del disastro atomico di Hiroshima, il romanzo narra con distacco diaristico la Catastrofe umana per eccellenza: ai nostri occhi, un esercizio impossibile.
 



Dunque, per quanto agli occhi di un occidentale la reazione di queste ore del popolo giapponese possa sembrare fredda, quasi disumana, quando milioni e milioni di persone sono costrette ad abitare in un contesto relativamente angusto in cui la natura spesso sprigiona tutta la sua forza distruttrice, il controllo delle proprie emozioni, unito a una certa capacità di astrazione, è davvero l'unica maniera per riuscire a sopravvivere. Il grande senso di appartenenza alla collettività è un altro degli elementi fondamentali da tenere in considerazione. In un Paese in cui l'identità nazionale si forma soprattutto attraverso il gruppo, piuttosto che il singolo, anche in situazioni di emergenza estrema è importante non uscire dai propri spazi, rispettare le regole. Soltanto così è possibile mantenere l'ordine sociale e conservare la propria identità. In questo, i samurai sono stati maestri: e il loro spirito, oltre che nei manga, sopravvive nel Dna del popolo del Sol Levante. Nelle prossime settimane di sicuro i giapponesi continueranno a fare quello che gli è stato insegnato, a cercare di controllare il proprio dolore, ad aiutarsi a vicenda rispettando le regole. Se così non fosse, il Paese cadrebbe nel caos più totale e la gente si sentirebbe ancora più disorientata, vittima di questo ennesimo assalto di un Godzilla risalito dalle viscere della terra. Questa nuova catastrofe metterà a dura prova tutti i manuali, le esercitazioni e le simulazioni fatte finora, ma di sicuro alla fine i giapponesi ne usciranno a testa alta, ulteriormente rafforzati, come del resto hanno sempre fatto in passato.

 

Alessandro G. Gerevini

*Professore Associato di Letteratura giapponese, Waseda University, Tokyo

12 marzo 2011



da qui

martedì 8 marzo 2011

Sono di nuovo a casa

Questa volta con un raffreddore tremendo che domenica e lunedì è stato accompagnato anche da febbre, mal di testa e dai soliti doloretti dappertutto.

Per cui ho preso tre giorni di malattia.

E il bello è che, nonostante che il raffreddore non accenni a diminuire, che il mio naso sia diventato rosso e spellato come un pomodoro pelato e che la lavatrice sia già piena di fazzoletti, ho pure i sensi di colpa per non essere a scuola, visto che non ho più la febbre.








Comunque non vi preoccupate che mi sono già mandata a fanculo da sola.

sabato 5 marzo 2011

Ecco.

Lo dicevo che l'avrei fatto, e l'ho fatto.



In un weekend di sole che dava l'illusione della primavera mi sono messa al lavoro ed eccolo qui:









IL   MIO   ORTO   SUL   BALCONE!



Insieme alle piante recuperate dallo scorso anno (menta, erba cipollina, rosmarino, origano, salvia) ho seminato il  prezzemolo e ho piantato quattro agli.



Poi ho messo una rosa Pascali bianca (le mie preferite) e una piantina di campanula.



Mancano tante cose ancora, e tutte le piantine stanno sfidando un po' di tutto: la neve, il burian, le fredde notti invernali.

Tutte le sere le copro amorosamente con un telo di plastica che levo la mattina, e per ora sono sempre tutte vive.



Anzi, mi è nato un aglio!


 

Photobucket

Piccole soddisfazioni, lo so, ma per ora è bene vivere di quelle.

venerdì 4 marzo 2011

Logorrea

Quello nòvo chiacchiera.

Chiacchiera

DI    CONTINUO.

CON ME.

Tutti i giorni torno da scuola briàca.


Briaca di chiacchiere continue.



Silenzio.

Ho bisogno di
silenzio.

Voglio due giorni di silenzio.


VOGLIO.


DUE.


GiIORNI.


DI.


SILENZIO.



SSSSSSSSSSttttttttt..........





P.s.: si possono mandare a fanculo i bambini?

mercoledì 2 marzo 2011

02\03\2010 - 02\03\2011

Un anno di Maya






Auguri piccola!



(ma quanto è bellina la mia bimbina pelosa?)

Scrawl, la Momma e il Pascoli

L'assiuolo

 

Dov’era la luna? ché il cielo

notava in un’alba di perla,

ed ergersi il mandorlo e il melo

parevano a meglio vederla.

Venivano soffi di lampi

da un nero di nubi laggiù;

veniva una voce dai campi:

chiù...

Le stelle lucevano rare

tra mezzo alla nebbia di latte:

sentivo il cullare del mare,

sentivo un fru fru tra le fratte;

sentivo nel cuore un sussulto,

com’eco d’un grido che fu.

Sonava lontano il singulto:

chiù...

Su tutte le lucide vette

tremava un sospiro di vento:

squassavano le cavallette

finissimi sistri d’argento

(tintinni a invisibili porte

che forse non s’aprono più?...);

e c’era quel pianto di morte...

chiù...





NOVEMBRE

 

Gemmea l'aria, il sole così chiaro

che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,

e del prunalbo l'odorino amaro

senti nel cuore...



Ma secco è il pruno, e le stecchite piante

di nere trame segnano il sereno,

e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante

sembra il terreno.



Silenzio, intorno: solo, alle ventate,

odi lontano, da giardini ed orti,

di foglie un cader fragile. E' l'estate

fredda, dei morti.








Il gelsomino notturno 





E s'aprono i fiori notturni, 

nell'ora che penso a' miei cari.

Sono apparse in mezzo ai viburni

le farfalle crepuscolari. 

Da un pezzo si tacquero i gridi: 

là sola una casa bisbiglia.

Sotto l'ali dormono i nidi,

come gli occhi sotto le ciglia.

Dai calici aperti si esala

l'odore di fragole rosse. 

Splende un lume là nella sala.

Nasce l'erba sopra le fosse.

Un'ape tardiva sussurra

trovando già prese le celle.

La Chioccetta per l'aia azzurra 

va col suo pigolio di stelle.

Per tutta la notte s'esala

l'odore che passa col vento.

Passa il lume su per la scala;

brilla al primo piano: s'è spento . . .

È l'alba: si chiudono i petali

un poco gualciti; si cova,

dentro l'urna molle e segreta,

non so che felicità nuova.





Il Pascoli era uno dei miei poeti preferiti.

Myricae era, un tempo, addirittuura uno dei miei libri "da comodino".



E stasera l'ho riletto con piacere.




Chiù...



martedì 1 marzo 2011

Oggi mi sono

 alzata alle sei, come sempre. Poi sono andata in bagno,  ho preso il primo caffè della giornata, ho mangiato un tostino e ho fumato la prima delle n sigarette giornaliere mentre leggevo le notizie su internet.



Mi sono lavata, vestita, ho preso il secondo caffè+sigaretta, ho rifatto il letto.

Ho infilato il cappotto, ho preso il valigione, la borsata di quaderni corretti e sono andata a scuola.



In classe ho  corretto i compiti di casa, ho fatto leggere una decina di bambini, ho sgraticchiato le mani dell'ultimo acquisto dai capelli e dai colli dei compagni (una decina di volte almeno in tutta la mattinata) e ho fatto grammatica,   
gli aggettivi qualificativi   per la precisione: un argomento estremamente pericoloso per le pure menti infantili, come tutti sanno.



A ricreazione, come tutte le maestre di sinistra e quindi anche drogate, ho mollato la classe alla custode e sono andata a farmi di  caffè e di tabacco.



Poi, per non smentirmi,  ho letto un capitolo di quello che è considerato il testo base del marxismo:

CIPI' di Mario Lodi.





Poi, lo confesso...



ho fatto....



ebbene sì...



...ho fatto...




GEOGRAFIA!



Oggi ho plagiato i teneri bambinelli con i
percorsi.... Sapete no? Sopra-sotto, davanti-dietro, destra...

HO PRONUNCIATO ANCHE PER UNA TRENTINA DI VOLTE LA PAROLA
"SINISTRA"!



Pensate un po'...a voce alta e proprio davanti ai bambini!



Poi la provvidenziale campanella ha liberato finalmente un paio di dozzine (e più) di fanciulli indifesi ed innocenti dalle grinfie di una  maestra facinorosa, atea e COMUNISTA, la quale ha ripreso la sua lurida borsona, s'è rimessa il suo cappottone e la sciarpona ripetendo  fra sè e sè:



OVVIA... E ANCHE PER OGGI S'E' INCULCATO!



Post serio

Poi però sono tornata a casa e ho fatto la prima buona azione della giornata:



Ho firmato l'appello che ho trovato qui:




Fatelo anche voi se credete in una scuola pubblica libera,  "di tutti e per tutti".



E leggete l'editoriale:








L'editoriale di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti



Quando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E’ nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta.



Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di diversi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze, non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così, è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo.



Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te ? Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi.



Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perchè offenderli? Perchè demotivarli?  Perché usare un termine come “inculcare”? E’ una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più.



La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano...



La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. E’ una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali.



E’ una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato. La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata.



In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri.



Niente da aggiungere, solo che condivido in pieno.



E se vi va, se ci credete anche voi, diffondete l'appello sui vostri blog e su facebook!